Curiosità Fotografiche

Dalí Atomicus è una fotografia scattata utilizzando la Jumpology, una vera e propria tecnica fotografica utilizzata da Philippe Halsman. 

La foto stessa ha richiesto 26 tentativi e lo scatto finale è un composito combinato con Dalí che dipinge effettivamente sull’immagine.

L’opera Dalì Atomicus è stata creata attraverso una combinazione perfetta e un’attenta pianificazione e azione spontanea.
Un assistente reggeva la sedia, i cavi sospendevano il cavalletto e il dipinto e lo sgabello era sollevato dal pavimento.

Ma non c’era nessun trucco nascosto nei gatti volanti o nel flusso d’acqua. Gli assistenti di Halsman hanno lanciato i gatti e il contenuto di un secchio pieno attraverso l’inquadratura. Dopo ogni tentativo, Halsman sviluppava e stampava la pellicola mentre i suoi assistenti asciugavano i gatti.

Ma lo sapevi che si dice che prima di scattare una foto con i gatti volanti, Salvador Dalí abbia suggerito di far saltare in aria un’anatra con la dinamite?

Spesso scoprire la storia nascosta dietro la realizzazione di un’opera d’arte riesce ad accrescere il fascino dell’opera stessa, e nel caso del Dalì Atomicus questo è oltremodo vero.

Per comprendere in pieno il senso di questa opera che altrimenti rischierebbe di essere solo un esercizio fine a se stesso, occorre fare un passo indietro ad un’altra opera di Dalì: la “Leda Atomica”. Quest’ultima – che si intravede anche nella fotografia in parte coperta dal getto d’acqua e dai gatti in volo – fu una delle prime opere realizzate dall’artista in seguito alla sua conversione mistica.

Tale svolta si deve alla reazione dell’artista dopo aver appreso la tragica  notizia dello sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e su Nagasaki.

Dalì Atomicus
Leda Atomica – Salvator Dalì

«L’esplosione della bomba atomica, il 6 agosto del 1945, aveva provocato in me una vera e propria scossa sismica. Da allora, l’atomo fu il principale oggetto dei miei pensieri. In molti scenari da me dipinti in quel periodo trova espressione la grande paura che mi assalì allorché appresi la notizia dell’esplosione della bomba atomica. Decisi di utilizzare il mio metodo paranoico-critico per sondare quel mondo”

In questo nuovo periodo di produzione artistica  noto come misticismo nucleare, Dalì sviluppò un diverso modo di approcciarsi alla realtà, attraverso un considerevole capovolgimento del proprio punto di vista.
Da allora l’artista catalano accantonò la sua devozione a Freud e alla Psicoanalisi per interessarsi alle teorie di Einstein sulla Relatività, alla Fisica nucleare e a quella quantistica. lasciando l’ispirazione dovuta agli indecifrabili meccanismi della  della mente umana e concentrandosi sulle indecifrabili leggi che regolano la natura, la materia e i corpi.

«Dalì non volle mai essere realmente un fotografo e Philippe non ebbe mai l’impulso di prendere in mano un pennello, ma insieme collaborarono e realizzarono le più oltraggiose fotografie» – Irene Halsman, figlia del fotografo

La Leda atomica, soggetto e ispirazione

Dal punto di vista artistico, Dalì diede vita ad un profondo cambiamento.

Di fatto abbandono una composizione libera, “artistica” per prediligerne una più attenta alle regole classiche, ispirandosi alle regole della proporzione classica e della prospettiva rinascimentale. La “Leda Atomica” rappresenta in pieno questo cambio di rappresentare la realtà.

Non a caso analizzando la figura di Leda e del Cigno possiamo vedere come risultano iscritte in un pentagono aureo

Dalì Atomicus
Leda Atomica – Pentagono Aureo

Quello che colpisce dell’opera è l’atmosfera “sospesa” in cui i corpi sono immersi.
Tutti gli oggetti disposti nello spazio del Dalì Atomicus infatti fluttuano nell’aria “immobilizzati” da un misterioso equilibrio che allude alle forze di attrazione e repulsione delle singole particella della materia restituendo un dinamismo esplosivo.
Quando Halsman vide quest’ultimo lavoro di Dalì ne fu colpito profondamente. Gli domandò cosa si celasse dietro l’elaborazione di quel tema e l’artista rispose

«Io sono un uomo dell’era atomica, e devo essere anche un pittore dell’era atomica»

Halsman a questo punto non potè che arrivare alla conclusione che possiamo ammirare con il Dalì Atomicus! Far levitare nell’aria i soggetti della fotografia come a sottrarli dalla gravità o forse come a simulare il “volo” che potrebbero fare a seguito di un’esplosione atomica!!

Ovviamente le difficoltà tecniche dell’epoca erano molte e sopratutto non paragonabili ad una rappresentazione pittorica. Il digitale e photoshop sono lontani da essere ideati. Ovviamente l’estro dei due artisti è tale che questa non poteva che considerarsi una sfida che un problema e cosi si misero a pensare a come realizzare questa opera.   I due artisti colsero questa difficoltà come una sfida e non come un limite così iniziarono a ragionare sull’opera.

La realizzazione del Dalì Atomicus

L’estro dell’artista Dalì prese subito il sopravvento, e la prima idea folle, come racconta Halsman, era quella di far esplodere un anatra imbottita di dinamite. Fortunatamente l’idea non ebbe seguito a favore di acqua e gatti.  Halsman utilizzo delle corde invisibili per sollevare il cavalletto, il dipinto della Leda Atomica e lo sgabello mentre la sedia inclinata in primo piano era sorretta direttamente dalla moglie del fotografo, Yvonne. Al segnale del fotografo la scena si animava. I tre gatti e una secchiata d’acqua venivano lanciati nel campo visivo della macchina fotografica e Dalì compiva un bel salto. 

Dopo ogni scatto Halsman  sviluppava la foto per verificare il risultato ottenuto mentre gli altri ricomponevano la scena e la piccola Irene era impegnata a recuperare i 3 gatti.  

Ci vollero ben 26 tentativi per giungere al risultato sperato.

Il Dalì Atomicus venne lavorato anche in post produzione. Con la tecnica del collage, il vuoto del cavalletto venne riempito con un dipinto in miniatura realizzato dal pittore.
Venne fatta attenzione a rimuovere anche il più minuscolo dettaglio che avrebbero svelato il trucco dietro quella mirabolante composizione.

L’opera si diffuse rapidamente grazie alla pubblicazione sulla rivista Life. Ovviamente l’opera suscito grande scalpore tra gli artisti.  Dalì e Halsman continuarono a sperimentare insieme modi diversi per creare in foto uno spazio sospeso, un “equilibrio atomico”.

È anche importante ricordare l’impatto che questo tipo di lavoro ebbe sulla carriera fotografica personale di Halsman. Fu proprio in seguito a tali sperimentazioni che il fotografo inaugurò la Serie Jumpology.

Una serie sterminata di scatti, in cui i più svariati personaggi noti degli anni ‘50 sono ritratti senza la loro costruita maschera pubblica, intenti a compiere un salto in aria.

Dalì Atomicus

Dalì Atomicus – Le prove

Maximiliano Fagioli

Maximiliano Fagioli

Fotografo

Fondatore e docente di Corsi di Fotografia, da circa 10 anni si occupa di formazione nel campo della fotografia con all’attivo più di 30 corsi con oltre 500 studenti. Ritrattista e fotografo di matrimonio fa della fotografia un prezioso strumento artistico e di comunicazione. Maggiori informazioni su Max Fagioli Photography